Il 2012 è decisamente partito con i botti! Eh che è? tutti quelli vietati dal Pisapia, li hanno sparati sulla tratta Londra – Miami – La Paz? Mihh, Ravanello si rende conto ora che, solo due giorni addietro, faceva profezie che neanche i Maya ci hanno preso così bene:”… pensate a quello che potete cambiare voi stessi e vi accorgerete di essere una vera FORZA DELLA NATURA!”. Attenzione che, avanti di questo passo, da qui al 21 dicembre, facimme ‘na camurrìa.
Ecco la pirotecnica notizia di apertura del nuovo anno: in Bolivia hanno chiuso tutti i Mc Donald!!
Si, avete sentito bene: C H I U S I T U T T I I Mc D O N A L D !
♪ ♫ ♪ ♫ ♫ ♫ …. succede solo da Mc Donald … ♫ ♪ ♫ ♪ ♪ ♪ ♫!
E come è mai potuto accadere??? Semplicissimo! Il segreto ve lo svela Ravanello: una empanada al giorno, leva il McDonald di torno!
“Dopo anni di conti in rosso, dovuti al boicottaggio totale della popolazione locale, anche gli ultimi ristoranti che resistevano nel paese sono stati costretti a chiudere.” “Ecco il video documentario “Por qué quebro McDonalds en Bolivia” (Perché McDonald’s ha fallito in Bolivia), dove sociologi, nutrizionisti e cuochi sostengono che il rifiuto boliviano sia dovuto al contesto globale e non al gusto del cibo: una risposta contro le logiche del fast food e del modo in cui la catena di ristoranti americana ha colonizzato ogni parte del globo.” Fonte: qui.
“Non c’è verso, ai boliviani il Big Mac proprio non piace: preferiscono l’empanada. Dopo quattordici anni di attività e massicce quanto inutili campagne pubblicitarie, la multinazionale americana getta la spugna e chiude i suoi otto fast food a La Paz e nel resto della Bolivia. Ma la Bolivia è in buona compagnia. Altri sette Paesi dovranno dire addio alle insegne del McDonald’s, a quanto pare senza molti rimpianti.
Il piano di ristrutturazione globale della multinazionale prevede la chiusura di tutti i punti vendita con bassi profitti. Anche se gli otto ristoranti boliviani, su un totale di trentatremila punti vendita nel mondo e 58 milioni di clienti al giorno, non sono un grosso giro d’affari, la ritirata ha un grande valore simbolico. [omissis] È proprio il concetto di fast food che non prende. Per i boliviani, un pasto deve essere preparato con amore e dedizione, un minimo rispetto per l’igiene, ma soprattutto deve essere ben cotto e a base di ingredienti genuini. In breve, il contrario del Big Mac! Dopo che il divertente documentario SuperSize Me nel 2004 ha mostrato la pericolosità di una dieta a base di McDonald’s, non si possono più ignorare i gravissimi rischi alla salute. Se ti strafoghi di hamburger e patatine per un mese, sei praticamente spacciato. Alla faccia dei salutisti e delle campagne per salvare la dieta mediterranea, in questo caso è invece il mercato a decidere. Il fatto curioso del fallimento boliviano è che le preoccupazioni legate alla salute non sembrano essere alla base della debacle. Più semplicemente, pare che ai boliviani il Big Mac proprio non vada giù: l’intero concetto di “fast food” lì non interessa a nessuno.”
Clikka qui per vedere un video stupendo ;-D
“Del resto la Bolivia ha una storia indigena marcata anche sotto il profilo alimentare dalla quale non sembra proprio voglia recedere. Meglio mangiarsi una bella empanada calda, con tutta calma e meno pericoli per la salute. ”
Nella foto: una empanada vegan ;-D
“In Italia, McDonald’s arriva nel 1985 e all’inizio non ha vita facile. Solo dopo aver rilevato la concorrente Burghy, la multinazionale americana riesce ad espandersi e ora conta su circa quattrocento fast food, in continua espansione.
Sembra strano che nella patria mondiale dei buongustai, più che in Bolivia, il Big Mac sia così amato. De gustibus“. Fonte: qui.
Già, sembra strano che, proprio nella patria dei buongustai, si assista a tutto questo clamoroso successo …
Ma Ravanello, guardando sornione al 21 dicembre, si domanda: se per McDonald è bastata una empanada, per la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) da dove si può partire?
E, come sempre, un buon, buon appetito da Ravanello Curioso!
Grazie di questa bella notizia! 🙂
Yeah! Grandissima notizia Rava!
Potremmo farlo anche in Italia, però senza passare a frequentare i locali di Cremonini.
Per il GDO dovremmo forse sfruttare meglio i GAS e il rapporto diretto coi produttori. Io per ora non sono costante in questo, molta spesa la faccio nei supermercati, anche se rispetto a una volta molto meno.
Altrimenti attendo suggerimenti…..
direi che la strada da te indicata è proprio quella giusta … piano piano, con GAS, autoproduzioni e maggiore consapevolezza …
bellissima notizia veramente!!
lo considero un inizio, e per quanto riguarda l’Italia…..dovremmo tutti reimparare dal nostro bellissimo meridione, unico luogo in cui un Mc Donald’s ha dovuto chiudere per la concorrenza di una vicina panetteria locale…….ecco, dovremmo davvero far sì che accada.
e non la vedo una cosa impossibile, sicuramente non a breve termine, ma non impossibile, anzi.
EVVIVAAAAAAAAAAAAA !!!
Bibi sei sicura che la panetteria di cui parli non fosse mafiosa?!?! :P:P
eh eh …
E se mettessimo su un bel fast food vegano crudista?! :):):)
ihihih!! ride anche il mio sederone di Capra! 🙂 sono proprio belle notizie queste, un passettino alla volta qualcosina si muove, mica troppo, eh! Se no ci abituiamo bene! In compenso qua a Ferrara ce ne sono ancora 2, uno proprio in piazza duomo, dove diffonde un fragrante aroma di olio bruciato, l’altro invece è un Mc Drive, che divide il palazzo a metà con una ditta di quelle che promettono di farti dimagrire 20 kg in 7 minuti, fa ridere, o piangere, devo ancora decidere, mi sa che appena lo capirò ci farò un post!
Bhe dai, 20 kg in 7 minuti non è male, nemmeno un chirurgo con il liposuziometro ce la farebbe!!! 😀 😀
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mi rende curioso trovare segnali di ribellione al conformismo in quei paesi che per poverta’ e vulnerabilita’, sarebbero le prede piu’ facili della rapace ingordigia delle multinazionali.
“SI PUO’ FAREEEEEEEEEEE!!”
Yes, we can! Anche se a me stupisce, ancor di più, constatare la cecità e la debolezza degli uomini dei cosidetti paesi “ricchi”. Mah … un mistero della coscienza che non so comprendere.