Annalisa di Passato tra le mani è un’instancabile cuoca, piena di grazia, di talento e di rara conoscenza. E metti che le fai visita e torni a casa carica di prelibatezze gastro-astronomiche?
Non ti rimane che presentarle agli amici Ravanelli!
Signore e Signori, comincio con il mostrarvi un pregiato condimento autoprodotto dalla nostra Neofrieda: la “SAPA“; e faremo la sua conoscenza realizzando un piatto davvero semplice, ma altrettanto delizioso: i fagioli alla sapa! Sono certa che farà felici grandi e piccini.
“La saba o sapa è un condimento tipico di Emilia, Romagna, Marche e Sardegna, dove è considerata tra i sapori tipici dell’alimentazione contadina. È uno sciroppo d’uva che si ottiene dal mosto appena pronto, di uva bianca o rossa. La saba è detta infatti anche “mosto cotto”, “vino cotto” o “miele d’uva”. Il mosto viene immerso in un paiolo di rame insieme a mezza dozzina di noci con il guscio che, rivoltandosi nel lento bollire, aiutano il mosto a non attaccarsi al fondo del recipiente. La saba è pronta quando si sarà ridotta ad un terzo della sua quantità iniziale. Risulta molto dolce e si conserva benissimo proprio grazie al tenore zuccherino.”
Nella foto a sinistra, potete ammirare la boccetta di sapa autoprodotta da Annalisa e, nella foto a destra, il comportamento del condimento: è molto denso e viscoso. Si presta veramente a mille ed uno impieghi.
“I termini “saba” e “sapa” derivano dal latino sàpa, che ha diretta affinità con il termine latino sàpor. Era, assieme al miele e agli altri possibili succhi di frutta ridotti tramite cottura, “lo zucchero” dei nostri antenati (anche perché non ancora esistente), perché di fatto veniva utilizzato come dolcificante che era, al contempo, tonico e ricco di energia.
I contadini erano soliti utilizzare molto la saba, sia per i dolci casalinghi che per dare più sapore a piatti poveri come la polenta o per intingervi altre pietanze come lo gnocco fritto.
La saba si usa anche per inzuppare i dolci detti sabadoni, gustose raviole di mele e pere cotogne.” … ed a proposito dei sabadoni, vi consiglio di provare subito questi de La Cucina della Capra!
Ed ora veniamo alla nostra facile ricettina.
Ingredienti
- 250 gr di fagioli cotti bio, ancora caldi
- 2 C di sapa (di Annalisa, of course!)
- 1 C di aceto balsamico bio (regalo della suocera di Papalo!)
- 2 C di olio EVO
- sale integrale qb
- pepe bio (facoltativo)
Emulsionare sapa, aceto balsamico, olio, sale e pepe e condire i fagioli caldi.
Il sapore finale? UNA BOMBA!
Consiglio di Ravanello: usare i fagioli alla sapa per arricchire una porzione di riso dal chicco lungo cotto al vapore.
E come sempre un buon, buon appetito da Ravanello Curioso!
PS: ci trovi anche su Facebook.
Annalisa è fantastica…….. i suo piatti, le sue ricette sono uniche….. alimenti poveri ma ricchi di sapore, e non solo un’attenzione unica verso il cibo.
Ecco la Sapa ho letto varie descrizioni, l’ho trovata indicata in diverse ricette, ero proprio curiosa….. ora la curiosità aumenta!!!!! devo assaggiarla…..
Sono certa di apprezzarla, non potrebbe essere altrimenti…. bellissima ricettina, hai valorizzato al meglio questo super “condimento”, molto riduttivo chiamarlo condimento 🙂
concordo su tutto! si la Sapa è da trovare e provare! Io conservo da due anni una bottiglia di “cotto di fichi” (http://www.laterradipuglia.it/ricette-pugliesi/marmellate-e-conserve/vincotto-di-fichi) comprato ad un fiera ed ora ho capito come posso impiegarlo ed ho già pronta una ricettina che pubblico a breve! Sono meraviglie dimenticate della nostra tradizione. ;-D PS: gli gnocchi li faccio questa sera perchè la pioggia di ieri mi ha impedito di completare l’acqusito di tutti gli ingredienti. Poi ti scrivo …
Ciao Cara Ravanella!
Io ho origini lucane anche se vivo a Reggio Emilia. 😉 Fare il cotto di fichi è semplicissimo, solo un pochino lungo come procedimento! Se vuoi posso mandarti la ricetta dei miei bisnonni… Anche se quest’anno il tempo è stato inclemente verso i fichi!
ma ceeeeeeeeeeeeerto che voglio! Mi farebbe molto piacere, la tua è un’offerta generosa. Grazie Dany
io la conosco bene ed anche mia madre la prepara!! siamo in tempi di vendemmia ed è ora di rimettersi all’opera per gustarsi poi questra straordinaria prelibatezza, per tutto l’anno!
Il tuo impiego mi incuriosisce non poco, la proverò anche così e complimenti anche alla fantastica Annalisa che ci delizia di gusto e sapere!!
wow! beata te … goditi queste meraviglie !
La SABA e che delizia .. nella mia terra natia (Sardegna) la si usa per dolci e pani. Ma questa ricetta davvero mi incuriosice molto e volgio procarla, peccato averne dimenticato due litri a casa di mia mamma quest’estate. Ricordo da piccola quando veniva preparata, noi piccoli si faceva a gara a mangiare le mele e le scorze d’arancia (stese come il bucato nel giardino di mia nonna per essiccarle) che cuocevano insieme al mostro per aromatizzarla.
A presto e complimenti come sempre!!
Antonella, che bel ricordo che mi hai regalato … vale oro.
Mi hai aperto un mondo, non conoscevo per niente la sapa! Adesso voglio assaggiarla in tutti i modi, dev’essere buonissima *_* L’uva che frutto meraviglioso, usarla per farci il vino a volte mi sembra sprecata! Poi l’hai pure abbinata ai fagioli di cui sono ghiotta, non puoi farmi venire così fame quando mi tocca mangiare alla mensa dell’università! 😛
ciao bellesssa! pensa che io ho tenuto per due anni in dispensa il “cotto di fichi” (http://www.laterradipuglia.it/ricette-pugliesi/marmellate-e-conserve/vincotto-di-fichi) che è mooooooooolto simile alla sapa … aspettando il momento giusto per usarlo … e invece stava lì a prendere lapolvere! Ora invece Annalisa mi ha sbloccato … diciamo che sarei capace di metterlo su tutto, devo solo fermarmi! ;-D
quando si trovano ricette come queste si capisce quanta sapienza c’era nelle tradizioni…peccato ora non trovare più nemmeno gli ingredienti per riprodurli…per me ad esempio è difficile incontrare del mosto 🙂
pure per me è impossibile, se non fosse per la mia spacciatrice di cui sopra … che oltre al mosto, mi fa anche i sugoli (gli ultimi di moscato bianco sono stati spazzolati alla velocità della luce!). Ma così è tremendamente poetico … val la pena aspettare un anno solo per questo ;-D
Io sono anni che uso il vincotto pugliese..nei dolci(ci feci dei biscotti buonissimi) e sulle verdure, fu amore a prima vista in Puglia!E dora altra bella idea 🙂
gnam! chissà sulle verdure che spasso ;-D
wilsoonnn
wilsoooon
perdonami wilsoooon!
ehm…
non avevo mai assaggiato i fagioli al vin cotto! sono troppo curiosa!!!
alla prossima occasione!!!!!
grazie della ricetta!
sono una prelibatezza, vedrai che ti piaceranno … per me raggiungo il massimo quando li gusti caldi con la salsa che si scioglie in bocca XD
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che meraviglia! tutto. grazie.
ps: é un po che voglio passare alla pasta madre, la tua ultima infornata è strepitosa 😀
direi che “convertirsi” è necessario … poi non ne potrai più fare a meno e ti ritroverai in cucina a parlare alla tua pasta madre come si fa con un bambino ;-D
Con la sapa ci hai spiazzati! Mai fatta, mai assaggiata O.o. Moooolto interessante!
la SAPA è la rivoluzione ;-D
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