Il sugolo è un dolce al cucchiaio, un budino fatto esclusivamente con mosto d’uva e farina. E’ uno dei dolci preferiti della Ravanellina che ha iniziato ad apprezzarlo con prodotti da banco in vendita al supermercato e, successivamente, ha potuto dar sfogo alla sua passione grazie alla produzione artigianale di mosto della bravissima Annalisa. Ed ecco qua la ricetta FACILISSIMA.

Dosi per 8 piccoli budini:

  • 1 lt di mosto d’uva nera
  • 3/5 C abbondanti di farina integrale di grano
  • In alternativa per i celiaci: 3 C di farina integrale di riso + 2 di amido.

Se volete auto-produrvi anche il mosto e disponete di buona uva, vi consiglio un bel giretto su questo post di Giallo Zafferano: togliete però lo zucchero dalla ricetta! Non serve a niente, anzi.

Procedimento: Tenere da parte un bicchiere di mosto e mettere a bollire tutto il resto.

In una tazza mettere dai 3 ai 5 cucchiai di farina: la scelta dipende dalla consistenza che volete ottenere; con 3 C avrete un budino morbido, con 5 più sodo e compatto. Nella tazza di farina aggiungere poco alla volta il bicchiere di mosto: mi raccomando, poco alla volta, per sciogliere al meglio la farina ed evitare la formazione di grumi. Una volta che il mosto bolle, versare a filo il contenuto della tazza, continuando a mescolare e facendo sobbollire per ulteriori 8/10 minuti, per far cuocere per bene la farina.

Spegnere il fuoco e preparare le coppette, in ordine sul vostro piano di lavoro. Con l’aiuto di un mestolo per salsa con il bordo versatore o, se avete la mano ferma, versando direttamente dalla pentola, riempite le coppette.

Fate raffreddare completamente e poi fate riposare in frigo per almeno un’ora o anche di più.

Potete conservare i sugoli per qualche giorno, sigillandoli con della pellicola trasparente ed usandoli alla bisogna: io ne ho preparati a sufficienza per la merenda di tutta la settimana.

Ed ancora una volta la famiglia Ravanella, ma soprattutto la piccola Ravanellina, merenderà felice!!! Già mi immagino le facce dei suoi compagni di classe, quando sfoggerà orgogliosa questo nuovo manicaretto e le esclamazioni che ne seguiranno: “MA QUELLO SI MANGIA?”.

E, come sempre, un buon, buon appetito da Ravanello Curioso.

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