Buon Ferragosto a tutti, carissimi Ravanelli!
Eccoci qua con le ricettine da 5 minuti netti: restano ancora le mie preferite, soprattutto in vacanza.
Di tofumini sott’olio (STREPITOSI) abbiamo già parlato qui, ma anche con la ricetta di oggi realizziamo un tofu saporito, estivo e speedy.
Ingredienti per 3 persone:
- 1 panetto di tofu bio da 400 gr
- 1/2 cipolla affettata molto finemente
- ca 6 pomodorini secchi
- origano qb
- basilico e menta freschi
- olio EVO qb
- 1 pizzico di sale integrale
Affettare il tofu e fettine sottili. Aggiungervi la cipolla, anch’essa affettata finemente, i pomodorini spezzettati, le erbe aromatiche ed il sale: amalgamare per bene con le mani, quasi a voler impastare il tutto. Condire con olio EVO e lasciare insaporire per una mezza giornata o tutta la notte in frigorifero.
Sempre della serie “in vacanza leggo tutti i libri di mia figlia” (vedi post relativo), per questa giornata di festa, vi dedico una bella conversazione tratta dal libro “Io come te” di Paola Capriolo, Ed. EL, 2011:
“- Lo sai cosa vuol dire: “Tu sei questo“?
– No, Rajiva, non lo so.
– Allora guarda quella mosca sul vetro.
– Hai ragione, è una vergogna,: non dovrebbero esserci mosche in ospedale.
– No, aspetta, io volevo dire un’altra cosa. Guarda quella mosca, guardala bene.
– Si, la guardo: e cosa avrebbe di speciale?
– Niente. Solo che quella mosca sei tu, tutto qui.
– Mi prendi in giro?
– Se non ti piace la mosca, se è troppo piccola e bruttina, pensa pure a una cosa grande e bellissima.
– Quale?
– Quella che vuoi, perchè tu sei tutte le cose. Sei la mosca, ma anche l’elefante. Sei il cielo e le montagne dell’Himalaya, e il grano di riso, e il grano di senape …
– E tu sei matto, Rajiva, scusa se te lo dico. Sono tutti così al tuo paese?
– Moltissimi – risponde lui ridendo. – E anche tu, solo che non lo sai. Se non eri matto così, come facevi ad essere un ragazzo buono?
– E’ strano, proprio ieri pensavo anch’io qualcosa del genere. Ma un conto è essere buoni, ammesso che io lo sia davvero, e un altro è credere di essere una mosca o un elefante.
– O l’infermiera bionda che cambia le bende. O me. Se tu non eri anche me, perchè le mie bruciature dovevano farti tanto dispiacere? Hai detto così, quel giorno: “Tu non sai quanto mi dispiace”.
– Scusa, ma che c’entra? Quella era soltanto … compassione.
– Non “soltanto”, Luca. Prego, non devi dire “soltanto”.
– Perchè no?
– Perchè la compassione è la cosa più grande che c’è. Più grande del cielo. Più grande dell’Himalaya. E’ la compassione che ci dice: “Tu sei questo”.
– Bè, se la metti così … forse comincio a capirci qualcosa.
– Bravo. Ma se non capisci, fa lo stesso.
Luca si morde le labbra. Chissà chi si crede di essere, questo Rajiva: un maestro, un santone? E se è così intelligente, com’è che per guadagnarsi la vita deve andare in giro a vendere rose?
– Mi sa che al tuo paese facevi il professore.
– No. Il contadino.
– Bel contadino, se non sapevi distinguere una mosca da un grano di senape.
Di nuovo, Rajiva risponde con una risata, una risata allegra, cordiale …”
E, come sempre, un buon, buon appettito da Ravanello Curioso.
PS: ci trovi anche su Facebook.