Cari Ravanelli, avete presente quando vi regalano quintali di cachi ACERBI e voi siete lì a sperare che maturino, ma nel frattempo:

a) è tornata la bella stagione

b) le giornate si sono allungate e …

c) li avete assaggiati quei maledetti cachi ed avreste preferito ciucciarvi le teste dei Presidenti del Monte Rushmore?

E allora che fate?

Voi, che avete la vocazione da conservatori seriali, ci avete anche provato ad essiccarli perché avete letto in giro che ‘poi migliorano e non legano più la lingua’, ma quando avete addentato le fettine diligentemente disidratate per due cicli lunari ed una eclisse, non solo queste erano secche ( … che è noto a tutti … il secco, all’assaggio, provoca gioia, giubilo ed esultanza in questo preciso ordine), ma avete anche immediatamente sperimentato l’effetto #DesertoAssolutodiAtacama con contestuale azzeramento delle secrezioni salivari che si è testé esteso a tempie, angolo mandibolare, base del cranio, attaccatura delle orecchie, settima vertebra cervicale e fossetta del giugulo.

L’esperienza mistica di arsura vi ha fatto immediatamente visualizzare un’oasi con una schiera trionfante di Tannini che #tifannociao insieme alle caprette.

E quindi, siete lì nella vostra cucina, sconsolati, con queste tonnellate di cassette di cachi acerbi destinati a morte certa.

E proprio quando la sconsolazione è somma, all’improvviso, arriva lui …

I L      R I C O R D O      L O N T A N O .

Quel caco ESSICCATO INTERO, gustoso, dolce e soprattutto morbido che avevi comprato in un negozietto di alimenti giapponesi a Milano.

E quindi cominci a domandarti: ‘Come ci saranno riusciti ad essiccare un caco intero?’

E BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM: inizi a googlare ed arriva la scoperta che ti cambia la vita!

Fonte foto: Donadelli

I CACHI GIAPPONESI MASSAGGIATI!

Questi sono nella mia cucina.

Questi, invece, di una azienda produttrice Giapponese.

Premessa:

non è una ricetta veloce.

Lo ripeto:

non è una ricetta veloce.

Per realizzarla,

dovete anche essere dotati di quel perverso masochismo che vi induce a trarre godimento dal massaggiamento quotidiano di un caco.

Dovete inoltre

individuare dello spazio dove appendere tutti i cachi che volete essiccare.

E dovete sapere subito …

che non si tratta di una ricetta ‘raw’: i cachi vengono sbollentati per una manciata di secondi al fine di disattivare definitivamente i tannini e dire addio al molestissimo ‘potere tannante’.

Se siete pronti per tutto questo, allora seguitemi.

‘I cachi secchi massaggiati sono un prodotto tradizionale in Giappone e sono ancora prodotti da alcuni americani di origini giapponesi. Il processo di preparazione è molto laborioso, ma il risultato è un frutto secco simile ad un confetto, morbido ed esteticamente molto attraente. A differenza dei frutti essiccati con l’ausilio di una macchina disidratante, che si presentano croccanti e sottili, questi paiono dei grossi cachi sgonfiati ricoperti dalla fioritura dei loro zuccheri naturali. Sia i picciuoli sia i calici non vengono rimossi ed il sapore è un concentrato di cachi ricco e fruttato, non così zuccherino come solitamente accade per altri frutti secchi. Non sorprende quindi il fatto che questo sia un prodotto molto ricercato in Giappone. Metodo di preparazione (queste annotazioni provengono da un’anziana signora recentemente ritiratasi dall’attività, Mrs. Martha Miyamura): i frutti utilizzati sono i cachi Hacihya, non ancora morbidi ma già di colore arancio brillante. Se fossero già ben maturi non si asciugherebbero più, ma il colore indica che il contenuto di zuccheri è alto. Dopo essere stati pelati vanno appesi per il picciuolo con un pezzo di resistente spago da cucina lungo 8-10 pollici ed appesi sopra delle assicelle di legno, facendo attenzione che i frutti non siano a contatto uno con l’altro. Passata una settimana i cachi si sono ammorbiditi ed iniziano ad essere massaggiati. Mrs. Miyamura delicatamente li schiaccia ad uno ad uno con le sue mani tutti i giorni per 3-4 settimane. Questo processo porta lo zucchero contenuto in superfice ed il frutto si ricopre così di una dolce fioritura. Dopo 3-4 settimane Mrs. Miyamura assaggia un frutto per assicurarsi che sia ancora morbido all’interno. Una volta pronti i cachi sono lasciati a riposare dai cinque ai sette giorni su dei panni di carta mentre Mrs. Miyamura li appiattisce e gli dà la forma voluta. Infine vengono divisi per qualità e dimensione e riposti in sacchetti ermetici. Questo prodotto è strettamente legato alla comunità giapponese’.

Fonte: Fondazione Slow Food

INGREDIENTI

  • cachi
  • acqua
  • spago (per appendere)

PREPARAZIONE

Sbucciare i cachi, avendo cura di lasciare i calici con i rametti.

Nel frattempo, mettere a bollire una pentola capiente d’acqua.

Buttare un paio di cachi alla volta nell’acqua bollente per circa 20 secondi e mettere a scolare: procedere fino a completamento.

Con il filo legare i calici dei cachi ed appenderli in un luogo asciutto e areato mantenendoli distanti. Possono anche stare all’aperto, ovviamente riparati dalle intemperie.

Fonte foto: Rootsimple

Dopo circa una settimana (dipende anche dal clima e dal luogo della casa in cui li conservate) si secca leggermente la superficie:

a questo punto potete cominciare a massaggiare i cachi delicatamente con le mani pulite, una volta al giorno.

Farete così affiorare gli zuccheri. Fonte foto: Savvy Tokyo

Continuare ad essiccare per altri 15-20 giorni finché non raggiungono la consistenza preferita.

Fonte foto: Taste Spotting

SONO SEMPLICEMENTE ED INEQUIVOCABILMENTE DIVINIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

E se siete curiosi, guardatevi il VIDEO SULLA PAGINA YOUTUBE di KAREN NIBE: qui il video con il procedimento completo

E come sempre,

un buon,

buon appetito

da Ravanello Curioso!

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